BOHEMIAN RHAPSODY – un film sui Queen

capitale sociale, empatia, condivisione, resilienza
  • piccole donne

Bohemian Rhapsody molto più di un semplice film biografico sulla band dei Queen e sul suo leggendario ed iconico frontman, Freddie Mercury,  è un film bellissimo, toccante, fonte di grande ispirazione. 

Ci permette di esplorare la straordinaria resilienza di Freddie Mercury ed il suo viaggio verso la realizzazione personale ed artistica. Ci presenta un ritratto di un uomo che affronta sfide, ostacoli e dure prove con una forza interiore straordinaria, trasformando tutto in opportunità per crescere e brillare sempre di più. 

Si parte dalle sue umili origini in cui Freddy sperimenta il rifiuto e l’isolamento, lotta per accettare sé stesso e la sua sessualità in un’epoca in cui l’omosessualità era spesso stigmatizzata, affronta la discriminazione, le sfide personali, i momenti di profonde crisi esistenziali. Passando per il buio in cui si perde con amici sbagliati, falsi miti come droga ed alcol, fino a dover affrontare la diagnosi di HIV in un momento in cui le cure erano più o meno inesistenti. 

Come spesso capita è dai momenti più difficili che i grandi trovano la forza per risalire.

Ed è da qui che comincia la rinascita. 

Una delle qualità più sorprendenti di Mercury è la sua capacità di trasformare le avversità in opportunità. Ad esempio, anziché lasciarsi abbattere dalle critiche dei detrattori o dalle sfide personali, le usa come catalizzatori per il suo successo. La sua esperienza di solitudine ed isolamento giovanile lo spinge a trovare la sua voce e a diventare uno degli artisti più distintivi e amati della sua generazione. E non solo. Continuando a creare musica straordinaria e ad esibirsi con passione ed impegno. 

Come risvegliato da un incubo Freddy torna dai suoi amici di sempre, gli altri componenti dei Queen, a cui dirà, vedendoli piangere quando confesserà loro di essere malato di HIV:

“Non voglio che proviate pietà per me, 

voglio vivere gli ultimi anni che mi restano 

facendo ciò per cui sono nato”

Torna dalla sua amica Mary, che ha sempre creduto in lui.

Torna dalla sua famiglia, riappacificandosi con il padre, presentando il suo compagno, questo gli permetterà di vivere gli ultimi anni della sua vita in piena consapevolezza del proprio valore, dei suoi veri affetti, godendo appieno del meritatissimo successo.

Il vero genio nasce sempre dai momenti bui dell’anima, di conflittualità, di grandi tormenti. La cosa importante è saperli riconoscere e riprendere in mano la propria vita con la massima consapevolezza.

“Bohemian Rhapsody” ci insegna che la resilienza non è la capacità di sopravvivere alle avversità, ma è la capacità di crescere, imparare e prosperare nonostante le sfide. La resilienza di Mercury è evidente nella sua lotta per l’accettazione di sé. Lui non solo accetta sé stesso, abbraccia pienamente la sua identità, diventando un’icona di libertà e autenticità per milioni di persone in tutto il mondo. 

Il suo spirito indomito e la sua determinazione a vivere appieno la vita fino alla fine sono una testimonianza della sua straordinaria forza interiore.

Il messaggio più forte che personalmente mi ha lasciato questo film è di abbracciare la nostra autenticità, affrontare i momenti più difficili con fiducia e speranza, trovando la forza interiore per realizzare i nostri sogni, nonostante le sfide che possiamo incontrare lungo il cammino.

Un’ultima nota letta con la lente della Scienza della felicità, ricordiamo l’importanza dell’essere, dei nostri valori, dei nostri talenti, di saper scegliere di fare “ciò per cui siamo nati” (essere guidati da nostro proposito e scopo di vita), e farlo con le persone che ci amano e ci sostengono. 

Ancora una volta ricordiamo due pilastri della Scienza della Felicità: 

+NOI -IO 

+ESSERE -FARE/AVERE

Alleniamoli entrambi per costruire vite più felici, consapevoli ed appaganti! 

di Federica Ferrante

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Cinema, Consapevolezza, Film, Musica, Resilenza